lunedì 27 gennaio 2025

Roberto Iannuzzi. Il 7 ottobre tra verità e propaganda. L'attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana. Fazi, 2024

Gaza è una striscia di terra lunga 41 e larga da 6 a 12 chilometri. Prima del 7 ottobre 2023 vi erano rinchiusi due milioni e trecentomila palestinesi (quasi la metà dei quali con meno di 18 anni), impossibilitati a uscirne a causa di un blocco terrestre, aereo e navale in atto dal 2007. La recinzione terrestre è alta 6 metri ed è dotata di apparecchiature elettroniche sofisticatissime (robot, droni, ecc.) e di mitragliatori automatizzati, capaci di sparare senza intervento umano. Alla recinzione di superficie è stato aggiunto, alla fine del 2021, un muro sotterraneo, che affonda per decine di metri nel sottosuolo, dotato di sensori per scongiurare la minaccia dei tunnel. Anche in mare c’è una barriera con strumentazione di monitoraggio. Roberto Iannuzzi ricostruisce i fatti del 7 ottobre e, grazie alla ricca documentazione della stampa internazionale, chiarisce molti dubbi che erano sorti al momento dell’attacco: il servizio segreto israeliano, probabilmente il migliore al mondo, non poteva non sapere dell’imminente attacco di Hamas, in preparazione già da molti mesi; le autorità israeliane avevano snobbato avvertimenti provenienti da vari governi alleati e persino da alcuni soldati del proprio esercito; il raduno musicale a poca distanza da Gaza, a cui avrebbero partecipato migliaia di giovani, era stato pervicacemente confermato, nonostante le perplessità di alcuni ufficiali; tutto il sistema di allarme intorno a Gaza non aveva funzionato. La richiesta di una commissione d’indagine su ritardi, negligenze e omissioni da parte delle autorità è stata ignorata e rimandata alla fine del conflitto (praticamente sine die). La conclusione politica è quasi obbligata: Israele non ha impedito l’attacco di Hamas perché voleva avere un pretesto per sgomberare manu militari la striscia di Gaza dai suoi abitanti. Molti politici hanno espresso la volontà di “radere al suolo”, “cancellare”, “distruggere” Gaza. Il ministro della difesa Yoav Gallant ha affermato che “stiamo combattendo animali in forma umana e agiremo di conseguenza”. L’ex ambasciatore di Israele all’ONU, Dan Gillerman, ha dichiarato di essere “sconcertato dalla costante preoccupazione” che il mondo mostra per i palestinesi, da lui definiti invece “animali orribili e disumani”. Apprezzamenti del genere sono numerosi non solo fra politici, giornalisti e personaggi pubblici di ogni genere, ma anche nelle canzoncine che si fanno cantare nelle scuole israeliane alle bambine. L’ex generale Giora Eiland ha scritto: “Non facciamoci intimidire dal mondo”, e ha sostenuto che l’intera popolazione di Gaza è un obiettivo militare legittimo, perché ha entusiasticamente appoggiato Hamas e celebrato le atrocità del 7 ottobre. Roberto Iannuzzi  non nega le atrocità di Hamas, ma cita testimonianze  che dimostrano la falsità delle accuse mosse ai palestinesi dalla propaganda sionista e occidentale, e cioè che molti bambini sarebbero stati decapitati, donne incinte sventrate, che sarebbero stati effettuati stupri di massa. La reazione militare israeliana, in meno di 7 settimane, ha provocato distruzioni paragonabili a quelle causate da anni di bombardamenti a tappeto delle città tedesche durante la seconda guerra mondiale. Inoltre, col blocco dei generi alimentari, “Israele usa la fame come arma di guerra”. Negli ospedali, per la mancanza di forniture mediche, si fanno operazioni chirurgiche senza anestesia. L’attacco di Hamas, scrive Iannuzzi, è stato una risposta alle crescenti violenze israeliane, al pluriennale assedio di Gaza, alla distruzione delle case dei palestinesi, al furto delle loro terre, al fatto che anche in Cisgiordania tre milioni di palestinesi non hanno alcuna libertà di movimento, costretti a vivere in 167 enclave separate fra loro. Hamas è stato favorito e finanziato dai governi israeliani, perché l’ascesa di questo gruppo intransigente (“riconosceremo lo Stato ebraico solo quando esso riconoscerà i diritti dei palestinesi”) avrebbe giustificato il rifiuto di permettere la creazione di uno Stato palestinese. Lo stesso Netanyahu ha dichiarato nel marzo 2019 che “chiunque voglia ostacolare la creazione di uno Stato palestinese deve appoggiare il rafforzamento di Hamas e il trasferimento di denaro a Hamas”, aggiungendo che “ciò fa parte della nostra strategia, isolare i palestinesi di Gaza dai palestinesi in Cisgiordania”. In tutti questi decenni, il ruolo degli Stati Uniti nel favorire l’espansionismo di Israele è stato fondamentale. Il generale israeliano in congedo Yitzhak Brick ha dichiarato: “Tutti i nostri missili, le munizioni, le bombe guidate, tutti gli aerei […] tutto viene dagli USA […] Chiunque comprende che non possiamo combattere questa guerra senza gli Stati Uniti”. I bombardamenti israeliani su Gaza, con il fondamentale appoggio militare, politico e finanziario degli USA, hanno sconvolto il mondo. E' da decenni che la politica estera degli Stati Uniti minaccia il mondo. Per non tornare troppo indietro nel tempo, basta risalire a quando Victoria Nuland si aggirava per piazza Maidan portando generi di conforto ai manifestanti e invitandoli a lottare contro il governo legittimo per “la libertà che meritate”. Quelle sì erano azioni e frasi abiette, egregio professore Raffaele Simone. Lei,  raffinato uomo di cultura, scrive quasi giornalmente commenti molto eccitati su Facebook contro il nuovo presidente americano, definendo abietti i suoi decreti. Pochi giorni fa, Lei ha scritto: “AUSCHWITZ, NON SOLO... può ritornare, ma in realtà non ha mai chiuso i battenti. Senza contare le infinite deportazioni e massacri etnici del mondo attuale (uiguri in Cina, rohingya in Myanmar, etnie diverse in Sudan, Congo e Repubblica centroafricana, palestinesi a Gaza e altrove), un nuovo nazismo si è scatenato negli USA, e siamo appena agli inizi”. Il suo commento, professore,  è  volutamente confuso e generico per eludere il problema di nominare i responsabili. Lei cita una serie di massacri in paesi molto lontani l’uno dall’altro e li mette tutti sullo stesso piano, grandi, piccoli e medi, compreso lo sterminio della popolazione di Gaza, bombardata, sotto gli occhi di tutto il mondo, da ben sedici mesi per volontà di politici che vanno chiamati per nome e che operano in America e in Israele da molto tempo, ben prima dell’era Trump. Forse Trump ha inaugurato, come Lei dice, un nuovo nazismo, che però è ancora in fasce; invece il nazismo americano prima di Trump (un dettaglio: dopo la guerra centinaia e centinaia di scienziati nazisti furono reclutati dal governo USA e messi in posizioni di comando) ha fatto milioni di morti. Lei scopre ora, dopo l’elezione di Trump, le infamie di cui si sono sporcati gli Stati Uniti nel corso di molti e molti decenni, ma questa sua scoperta è troppo improvvisa (nel suo libro “Il paese del pressappoco” Lei esprimeva considerazione e rispetto per gli USA) per essere ritenuta sincera e convinta. Purtroppo quasi nessuno ricorda più i fatti; si apprezzano solo le parole (per questo Obama ha avuto il Nobel per la pace appena eletto). Oggi in Italia tutti i partiti sono uniti nel difendere i famosi valori della democrazia occidentale, esportabile in tutto il mondo. Scandalosamente, li difende anche la Sinistra, che, a quanto pare, ha seguito il consiglio che Lei le aveva dato nel suo libro ‘Il mostro mite’: "Cosa ci sia propriamente 'di sinistra' nella causa palestinese e in che senso la sinistra si senta obbligata a investire politicamente su di essa, è rimasto misterioso a molti (tra i quali l'autore di questo libro)". Amen. 

 

1 commento:

francesca ha detto...

Mandami il libro così lo leggo. Mi viene già la pelle d'oca per la rabbia