Con la presente annuncio le mie irrevocabili dimissioni da acquirente e lettore della Verità.
La posizione del giornale sul conflitto israelo-palestinese è assolutamente contraria alla verità storica.
Il povero Maurizio Belpietro, nel suo editoriale di oggi, arranca miseramente e, per togliere dignità agli oppositori di Israele, cerca i simpatizzanti dei palestinesi fra personaggi nostrani di nessuna rilevanza: "capi e capetti di gruppuscoli rossi, giornalisti, intellettuali e cantanti in cerca di visibilità"; e auspica l'ingresso di Israele nella Nato "per toglierlo all'isolazionismo [forse voleva dire isolamento, che però non c'è mai stato sotto il grande e generosissimo ombrello americano] a cui è condannato fin dalla sua fondazione". Un auspicio che, in questi tempi di guerra Russia-Nato, sembra ancor più irresponsabile di quanto sarebbe senza il conflitto in Ucraina.
Forse Belpietro ignora che (oltre agli insignificanti capetti di gruppuscoli nostrani) grandi storici e giornalisti inglesi, francesi, americani e persino israeliani hanno respinto la politica di Israele. Capisco che, dovendosi occupare ogni giorno di tuttologia, il direttore non abbia tempo per leggere (David Hirst, John Mearsheimer, Maxime Rodinson, Norman Finkelstein, Ilan Pappé, Edward Said...), però potrebbe almeno essere più prudente prima di lanciarsi a testa bassa a difendere una tesi che conosce poco.
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