martedì 25 luglio 2023

Facce di giornalisti: Ezio Mauro

Dopo aver smesso di leggere giornalacci e giornalucoli del Potere, sono tornato a respirare un po' d'aria fresca e ho perduto l'abitudine alla prosa colta, ampollosa e ipocrita di certi giornalisti che passano pure per maestri di scrittura. Perciò è stata una sorpresa leggere sulla Verità brani di Ezio Mauro, stralciati dal suo ultimo articolo su Repubblica. Hanno risvegliato in me una antica ripugnanza. Mauro, con la sua faccia da chierico ortodosso e soddisfatto e la sua prosa paludata mi è sempre stato profondamente antipatico. Ma questo articolo, dove se la prende con i cosiddetti negazionisti del cambiamento climatico, è scritto con un tono pontificale così insopportabile che meriterebbe di essere conservato sotto vetro nel Museo del conformismo nazionale.

“La resistenza culturale che rischia di diventare movimento transnazionale contro il Green deal è in realtà l’ultima manifestazione di un fenomeno che attraversa tutte le democrazie occidentali, e che potremmo chiamare il Grande dubbio... Un meccanismo che indebolisce ogni livello di governance perché disabilita la capacità delle democrazie di fare sistema, esercitando il comando e capitalizzando il consenso, naturalmente nella distinzione tra maggioranza e opposizione. Non si riesce più a coalizzare l’opinione pubblica attorno all’interesse generale della comunità”.

Questi ‘negazionisti’, scrive il chierico, “cancellano la realtà che impone di far fronte al pericolo, e negano che il problema climatico esista, come ieri negavano il vaccino, o addirittura il virus […] Nell’emergenza non vedono l’interesse generale da tutelare, ma gli interessi particolari da regolamentare”.

Mauro chiama il Potere ‘governance’, con elegante parola astratta e generica. Più chierico di così!

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