"Perché la vista della luna piena ha un effetto così benefico, così calmante e così edificante? Perché la luna è un oggetto dell'intuizione e non del volere: 'Le stelle non si desiderano, / si gode del loro splendore' (Goethe). E non solo: la luna è sublime, ossia innalza il nostro spirito, anche perché essa, senza alcun rapporto con noi ed eternamente estranea a ciò che avviene su questa terra, continua il suo cammino, vedendo tutto senza mai prendere parte a niente. Perciò, quando si guarda la luna, la volontà con i suoi continui bisogni sparisce dalla coscienza, nella quale non resta altro che la pura conoscenza. Inoltre, si mescola forse ancora la sensazione che noi condividiamo quello spettacolo con milioni di uomini, la cui differenza individuale in quel momento sparisce, cosicché essi, uniti in questa contemplazione, diventano un unico essere: ed è proprio questa circostanza che aumenta l'impressione del sublime. Tale impressione infine si accresce anche per il fatto che la luna illumina senza riscaldare: questo è senza dubbio il motivo per cui la si è chiamata casta e la si è identificata con Diana. A causa di questa azione così benefica sul nostro animo, la luna è divenuta a poco a poco la nostra amica del cuore, ruolo che il sole, invece, non rivestirà mai, poiché esso è come un benefattore esagerato, che non osiamo nemmeno guardare in faccia".
Il filosofo Schopenhauer non è solo un grande scrittore, ma anche un poeta autentico.
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