Il grido di guerra di Giorgia Meloni dopo il 24 febbraio ("E' l'ora del coraggio!") assomiglia agli applausi dei ragazzini che nei cinema parrocchiali di una volta si entusiasmavano quando sentivano suonare la carica della cavalleria che arrivava al galoppo a salvare i visi pallidi dagli indiani cattivi.
Si può anche ammettere che questo copione abbia ancora una certa apparenza di eroismo, però l'invito del bellicoso Zelensky ad un festival della canzone è un atto, più che offensivo, vile e meschino. Nonostante dubbi e riserve, dalla Meloni mi aspettavo almeno che s'impegnasse ad alzare un poco il tono dei programmi televisivi dal loro livello di ignobile spazzatura. Invece, nemmeno questo.
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