A che serve che Marcello Veneziani sia così intelligente
e colto, se poi, per sostenere Giorgia Meloni e la destra, fa dei ragionamenti
terra terra? Afferma ripetutamente che “sparare il voto altrove, sapendo che non
produrrà alcun effetto” significa mancare l’appuntamento con la storia. Ma io
dico che l’appuntamento con la storia l’ha mancato la Meloni, aderendo con
entusiasmo alla causa americana contro la Russia, senza preoccuparsi del fatto che in
questo modo inchioda l’amata patria alla sua condizione di colonia americana. Vedere lo
sconcerto e la rabbia del Partito democratico, che tiene il potere con arroganza e
intolleranza, sarebbe, sì, una bella soddisfazione, ma questo non ci può accontentare, perché è da dissennati, per schiacciare un insetto molesto, accettare di finire in bocca
a un coccodrillo. Quanto al voto dato ai partitini cosiddetti antisistema,
certo esso sarà poco utile in Parlamento, ma non nella società.
Sarà molto più inutile il voto di un sincero patriota dato alla Meloni, la quale chiede agli Stati Uniti il permesso di poter governare. Veneziani
afferma che la rappresentazione è a volte più forte della realtà. Bravo: è come accontentarsi del profumo, non potendo avere l'arrosto. A volte, dice lui, il simbolo è più importante del fatto, lascia più segni.
Forse a casa sua; ma chi si sente minacciato dalla guerra e dalla penuria vuole
fatti e non simboli. Dei professori suoi contemporanei Schopenhauer diceva:
“Come le colombe, costoro non hanno bile: ma chi non ha bile non ha
intelletto”.
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