martedì 17 maggio 2022

Nicola Gogol. Il cappotto. Milano, Universale Economica, 1949. Prima Parte.

Il piccolo impiegato Akàkij Akàkjevic è un ometto sulla cinquantina, molto miope, quasi calvo e con la pelle già rugosa. Ha un colorito che si potrebbe dire emorroidale. "Che volete farci? dice l'autore del racconto, la colpa è del clima pietroburghese". Inoltre la sua uniforme da impiegato è non solo consunta dall'uso, ma sempre sporca, perché, camminando per strada, egli ha l'abilità di capitare sotto una finestra proprio nel momento in cui da questa precipita qualche immondizia. In ufficio gli mancano tutti grossolanamente di rispetto. I superiori hanno con lui modi freddi e imperiosi e i colleghi più giovani lo prendono in giro senza pietà. Se fosse tutto qui, il povero Akàkij Akàkjevic sarebbe penoso e antipatico come un Fantozzi qualunque. E invece no. Egli è un uomo ingenuo e puro di cuore e, qualità straordinaria, non è un leccapiedi dei superiori. Subisce gli scherzi terra terra dei colleghi con rassegnazione, e solo quando lo scherzo passa i limiti, dice con candore disarmante: "Lasciatemi in pace. Perché mi offendete?". Akàkij Akàkjevic si dedica al suo lavoro di copiatura con passione e con infinito scrupolo. Mentre copia, sul suo viso si dipinge la beatitudine. Certe lettere dell'alfabeto sono segretamente le sue favorite, e quando deve adoperarle perde addirittura la testa per la soddisfazione. Ecco perché il povero impiegato, che vive in una solitudine monacale, tutto preso dalla sua attività di copista come da una ispirata missione, è per noi commovente e ha tutta la nostra simpatia anche prima di essere derubato con la forza del suo meraviglioso cappotto, quando viveva ancora tranquillo, privo di ambizioni e soddisfatto del proprio lavoro, seppur sotto il peso della immensa burocrazia imperiale. Solo quando, dopo il furto, che lo porterà rapidamente alla tomba, corre da una autorità all'altra con la speranza di recuperare il prezioso cappotto, Akàkij Akàkjevic scopre la feroce indifferenza di questa burocrazia.

(continua al post successivo)


 

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