sabato 31 luglio 2021

Carlo Tullio-Altan, La nostra Italia. Arretratezza socioculturale, clientelismo, trasformismo e ribellismo dall'Unità ad oggi. Feltrinelli, 1986.

Questo libro sembrava promettere molto: spirito polemico, analisi non accademiche, stile netto e pregnante. Invece è solo una storia sintetica dell'Italia unita, scritta oltre tutto (cosa piuttosto paradossale) in modo  prolisso. Tullio-Altan loda senza riserve Cavour e la Destra storica, che governarono per una quindicina d'anni, e la loro "imponente" azione politica. Secondo lui, la decadenza dei governi e della vita pubblica ebbe inizio solo con l'avvento della Sinistra. Però nel descrivere la grande politica della Destra, Tullio-Altan non può fare a meno di accennare a fatti che contraddicono la sua tesi e che, a rigor di logica, dimostrano che l'unificazione del paese non fu un atto di liberazione, ma una conquista violenta e una occupazione militare. A metà del libro, non ho più avuto la forza di andare avanti.
 

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