"Vengo all'atto della guerra. Anticamente,
dicono, combattevano le nazioni intere: le guerre de' tempi Cristiani fatte con
piccoli eserciti, hanno meno sangue e meno danni. Ma anticamente combatteva il
nemico contro il nemico, oggi l'indifferente coll'indifferente, forse anche
coll'amico, il compagno, il parente; anticamente nessuno era che non
combattesse per la causa propria, oggi nessuno che non combatta per causa
altrui; anticamente il vantaggio della vittoria era di chi avea
combattuto, oggi di chi ha ordinato che si combatta. E' conforme alla
natura che il nemico combatta il suo nemico, e per li suoi
vantaggi... Ma non c'è cosa tanto opposta alla natura, quanto che un
individuo senza nè odio abituale, nè ira attuale, con nessuno o quasi
nessuno vantaggio ed interesse suo, per comando di persona che certo non ama
gran fatto, e probabilmente non conosce, uccide un suo simile che non l'ha
offeso in nessuna maniera, e che, per dir poco, non conosce neppure e non è conosciuto
dall'uccisore. Anzi di più, un individuo ch'egli odia per lo più molto meno di
quello che gli comanda di ucciderlo, e certo molto meno di gran parte fra' suoi
stessi compagni d'arme, e fra' suoi concittadini [...] Talchè, se vorremo una
volta considerar bene le cose e non le apparenze, troveremo molta più barbarie
oggidì nella uccisione di un nemico solo, che anticamente nel guasto di un
popolo: perchè questo era del tutto secondo natura; quello è per tutti i versi
contrario alla natura".
Nel mondo moderno gli eserciti sono "come truppe di operai pagati perchè lavorino il campo del padrone".
(Zibaldone, 30 Marzo-4 Aprile 1821).
Nel mondo moderno gli eserciti sono "come truppe di operai pagati perchè lavorino il campo del padrone".
(Zibaldone, 30 Marzo-4 Aprile 1821).
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