lunedì 25 novembre 2019

La grande prosa profetica di Giacomo Leopardi.

Nel continuo confronto fra il mondo antico e il mondo moderno, Leopardi scopre e descrive il declino inarrestabile della società.
"I popoli, sì per causa delle proprie e delle altrui armate, sì astraendo da ciò, saranno smunti, impoveriti, dissanguati, privati delle loro comodità, impedita o illanguidita l'agricoltura... inceppato e scoraggiato il commercio e l'industria... Insomma le nazioni, senza odiarsi come anticamente, saranno però come anticamente desolate, benchè senza tumulto e senza violenza straordinaria; lo saranno dall'interno più che dall'estero. [...] E tutto ciò senza ricavarne quell'entusiasmo, quel movimento, quelle virtù, quel valore, quel coraggio, quella tolleranza dei mali e delle fatiche, quella costanza, quella forza, quella vita pubblica e individuale, che derivava agli antichi anche dalle stesse grandi calamità: anzi per lo contrario, crescendo in proporzione delle moderne calamità, il torpore, la freddezza, l'inazione, la viltà, i vizi, la monotonia, il tedio, lo stato di morte individuale, e generale delle nazioni".

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