domenica 27 ottobre 2019

Barcellona, città sopravvalutata.


Barcellona ha la fama di libera città del divertimento; fama che mi sembra derivare da quella più consolidata di città che accoglie tutte le libere sperimentazioni artistiche e architettoniche. Artisti e sedicenti artisti arrivano in folla da mezzo mondo a Barcellona, come nel Novecento si andava a Parigi, sperando di trovare il paradiso terrestre della creatività. E in effetti gli architetti contemporanei, autori di grattacieli e di altre opere all’ultima moda, hanno trovato a Barcellona uno spazio vuoto da riempire a piacere con costruzioni mirabolanti, senza carattere e antiumane, proprio come una persona qualunque può permettersi, di notte, di scrivere sui muri di strada le proprie corbellerie.
Barcellona vantava dalla fine dell’Ottocento una magnifica architettura civile, che purtroppo, però, non ha costituito un modello per nessuno degli architetti moderni, i quali, privi di originalità ma sommamente presuntuosi, non sanno neppure copiare.
I quartieri nuovi della città, poi, brulicano di falansteri di quattordici piani, compatti e stretti gli uni agli altri, che danno alle piazze e agli spazi pubblici una dimensione e una atmosfera penosa da cortile.

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