martedì 14 maggio 2019

Ferruccio de Bortoli, un intellettuale porporato.


Il giornalista Ferruccio de Bortoli ha pubblicato presso Garzanti il suo ultimo libro “Ci salveremo”. Conoscendo un poco la sua natura curiale, solo per curiosità ho letto l’intervista, sul Fatto quotidiano del 9 maggio, nella quale l’autore sintetizza gli argomenti della sua opera. La sua conclusione è questa: “… ci salveremo riscoprendo il senso civico, il rispetto del bene comune, la legalità, i doveri della cittadinanza”. Perbacco, com’è facile salvarsi! Perché indugiamo?
Le dolci banalità di de Bortoli servono solo, come un inutile cataplasma, a nascondere la profondità delle nostre piaghe.
Rispondendo a un’altra domanda, de Bortoli lamenta il fatto che l’appartenere a un partito protegga spesso i politici da inchieste giudiziarie e sia considerato più importante della legalità. Ciò “è devastante”, dichiara coraggiosamente. Ma subito dopo attenua: “Non stupiamoci poi se all’estero, magari con una dose di faciloneria, ci considerano un Paese corrotto e pieno di evasori fiscali”.
Ora, questa frase - tutta intera - , a parte lo sforzo di de Bortoli di tenersi in equilibrio, è un chiaro indizio della sua pallida natura. Gli italiani onesti vessati da illegalità e corruzione si preoccupano davvero di come è considerata l’Italia all’estero? Solo un tiepido porporato cosmopolita come de Bortoli poteva avere al primo posto un pensiero così frivolo.

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