Di Lalla Romano ho letto solo questo libro. Anche
prima, però, pensavo a lei con simpatia. Ricordavo
una intervista a La Repubblica in cui diceva che
Sophia Loren, portabandiera della bellezza nazio-
nale, non le sembrava per niente bella.
prima, però, pensavo a lei con simpatia. Ricordavo
una intervista a La Repubblica in cui diceva che
Sophia Loren, portabandiera della bellezza nazio-
nale, non le sembrava per niente bella.
Questo libro è così “puro”, cioè così
svincolato da
situazioni concrete e materiali, che esso può
diventare, per chiunque voglia volgersi al passato,
un breviario, un indice dei ricordi, una guida per
cominciare un viaggio dentro di sé e ritrovare le
sensazioni della fanciullezza legate agli odori, ai
suoni, ai nomi, alle suggestioni della luce, del-
l’aria, della notte, del tempo che passa. E’ un
libro “astratto”, se posso dire così, che però ricor-
da tanti piccoli particolari concreti: le pietre, gli
alberi, i banchi di scuola e perfino il campanelli-
no della farmacia del paese. Il bisogno di nomi-
nare anche i minimi oggetti nasce dal desiderio
di farli tornare a vivere. Lalla Romano, tornata
dopo decenni a visitare il paese della fanciullez-
za, vive questo ritorno sentendosi al confine fra
la realtà e la favola, e scrive un libro che è come
un sottile ruscello pieno di pagliuzze d’oro.
situazioni concrete e materiali, che esso può
diventare, per chiunque voglia volgersi al passato,
un breviario, un indice dei ricordi, una guida per
cominciare un viaggio dentro di sé e ritrovare le
sensazioni della fanciullezza legate agli odori, ai
suoni, ai nomi, alle suggestioni della luce, del-
l’aria, della notte, del tempo che passa. E’ un
libro “astratto”, se posso dire così, che però ricor-
da tanti piccoli particolari concreti: le pietre, gli
alberi, i banchi di scuola e perfino il campanelli-
no della farmacia del paese. Il bisogno di nomi-
nare anche i minimi oggetti nasce dal desiderio
di farli tornare a vivere. Lalla Romano, tornata
dopo decenni a visitare il paese della fanciullez-
za, vive questo ritorno sentendosi al confine fra
la realtà e la favola, e scrive un libro che è come
un sottile ruscello pieno di pagliuzze d’oro.
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