lunedì 4 marzo 2019

Diego Fusaro, bambino prodigio.


All’inizio ascoltavo con simpatia gli interventi televisivi di questo giovanotto, perché condividevo le sue invettive, anche se generiche, contro l’euro, contro la globalizzazione e le grandi banche. Il fatto che parlasse come un libro stampato del Seicento e che la sua voce sembrasse venir fuori senza emozione da un registratore interno mi divertiva abbastanza. Ma ad un certo momento mi sono convinto che Fusaro non è affatto un filosofo e non è nemmeno uno studioso sincero. Questo momento fu quando, dopo la morte di Umberto Eco, si mise a inneggiare alla sua figura, definendolo, niente meno, un gigante della letteratura. Ma come? A parte il mediocre e deludente gusto artistico che dimostra, Fusaro ha rinnegato se stesso. In passato aveva fatto qualche decina di video-interviste a Costanzo Preve (1943-2013), un filosofo vero, consentendo sempre con le sue opinioni. In un bell'intervento sugli intellettuali degli ultimi cinquant’anni, Preve aveva avuto parole durissime e sarcastiche  su Umberto Eco, e poi, quasi timoroso di aver esagerato, aveva detto al suo intervistatore “Forse ti sembrerò troppo severo”, ma Fusaro, come un cagnolino, lo rassicura: “Noo noo”. E ora, invece, con l'esaltazione di un liceale dalla testa imbottita di libri letti troppo in fretta,  si mette a cantare le lodi di questo celebre tuttologo che Preve aveva definito “osceno”. Che Fusaro abbia la sindrome e l'ambizione di un liceale sotto il costante effetto di una sbornia di libri, lo ha dimostrato anche di recente. In attesa della nascita del primo figlio, per definire il proprio stato d'animo (ormai è diventato un innocuo personaggio vip che esibisce anche la propria vita privata), ha citato addirittura il Simposio di Platone. Se la lotta si farà dura, prevedo per lui dei comodi cambi di casacca.

Nessun commento: