venerdì 30 giugno 2017

Claude Pichois - Jean Ziegler: Baudelaire. Il Mulino, 1990.

Tutti gli innamorati giovani o semicolti hanno cercato nei versi di Baudelaire, poeta cittadino per eccellenza, le espressioni più sentimentali sonore e sognanti per far colpo su qualche donna affascinante, anche solo appena intravista per strada.
La poesia “A una passante” esprime forse meglio delle altre la fremente sensibilità di Baudelaire, il suo vagheggiamento essenziale della donna e della bellezza, la sua disponibilità in ogni momento alle occasioni nuove e ai tuffi nell’ignoto.

“ … Bellezza fuggitiva / il cui sguardo all’improvviso mi ha fatto rinascere, / ti rivedrò solo nell’eternità?…”

C’è voluto del tempo per scoprire e amare il Baudelaire nostalgico dell’infanzia e del passato:

… “Come sei lontano ormai, paradiso profumato, / dove sotto l’azzurro cielo tutto è amore e gioia, / dove tutto ciò che si ama è degno d’amore, /  dove il cuore annega nella voluttà più pura! / Come sei lontano ormai, paradiso profumato! /

Ma il verde paradiso degli amori infantili, / le corse, le canzoni, i baci, i mazzolin di fiori, / i violini che vibrano dietro le colline, / con le brocche di vino, la sera, nei boschetti, / ma il verde paradiso degli amori infantili, /

l’innocente paradiso pieno di piaceri furtivi, / è già più lontano dell’India e della Cina? / Non possiamo richiamarlo con grida lamentose / e animarlo ancora di voci argentine, /
l’innocente paradiso pieno di piaceri furtivi?”
                  (da Moesta et errabunda)

La forza poetica di Baudelaire ha uno spettro ampio che comprende tutti gli aspetti della moderna vita metropolitana. Il dolore, la depressione, i rimorsi, l’erotismo feroce, la noia, la morte, il disgusto implacabile sono i temi delle poesie più note, che qui non c’è bisogno di ricordare. C’è però anche l’incantata descrizione della città con le sue strade silenziose e le case illuminate dalla luna.

“Una volta, una sola, dolce e gentile amica, /  al mio braccio il vostro braccio soave / si appoggiò (nel fondo tenebroso dell’anima mia / quel ricordo è più vivo che mai); /

era tardi;simile a una medaglia nuova / splendeva la luna piena, / e la solennità della notte si riversava / come un fiume su Parigi addormentata. /

E lungo le case, sotto i portoni, / dei gatti, con le orecchie tese,  scivolavano / furtivamente, oppure, come care ombre, / lentamente ci accompagnavano …”
    (da Confessione)

Un tema importante della poesia di Baudelaire è costituito dal ricordo commosso di luoghi amati (la piccola e bianca casa di campagna, dove da bambino abitava con la mamma), e dall’omaggio compassionevole a care persone scomparse (la domestica dal grande cuore che aveva avuto cura di lui con affetto materno). Qui la lingua di Baudelaire, superando le splendide architetture e le sonore costruzioni delle altre poesie, ha la semplicità e il tono umile e immediato di un sospiro.
Non lontano dall’ispirazione di questi versi rievocativi, ci sono l’interesse, la curiosità e la pietà per i derelitti e per i vecchi.   
Il libro di Pichois e Ziegler non è un saggio di interpretazione critica, ma una biografia in senso stretto, scritta con grande rispetto e comprensione per Baudelaire, piena di dettagli materiali: indirizzi di case, di taverne, di alberghi, di redazioni di giornali, case editrici, ecc.; di nomi e vicende di amici, belle donne, giornalisti, scrittori, attori, giudici, ecc.; di cronache editoriali e di triti fatti quotidiani.
Pichois e Ziegler utilizzano molto materiale epistolare: lettere di Baudelaire alla madre e lettere degli amici. Inoltre sono molte le testimonianze di persone che hanno conosciuto il poeta, scritte a distanza di anni dalla sua morte.
Il libro di Pichois e Ziegler, perciò, dà un’idea ampia della ispirazione e della personalità di Baudelaire, e i motivi poetici che ho cercato di  sintetizzare sono tutti  diffusamente considerati.

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