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Sul Fatto Quotidiano, Angelo Cannatà ha difeso il vate Eugenio Scalfari dalle critiche (a mio parere, troppo lievi) di Eugenio Ripepe. Ora scopro che Cannatà ha lodato recentemente il giornalismo di Lilli Gruber, salvo criticarla per un singolo episodio.
Secondo Cannatà, la Gruber “ha il dono della chiarezza, porge le domande con stile e intelligenza, punge, e informa gli ascoltatori con precisione sui temi più scottanti dell’attualità politica”; e le sue domande “non sono per niente scontate”.
Ma cosa guarda, cosa vede, cosa legge questo Cannatà?
Nella puntata di Otto e mezzo di ieri, dedicata per la terza sera consecutiva a Virginia Raggi, Barbara Lezzi, senatrice del Movimento 5Stelle, ha difeso la sindachessa di Roma dicendo che c’è differenza fra il furto di denaro pubblico e una irregolarità amministrativa.
Contraddicendo per una volta la sua naturale inclinazione a soaveggiare senza esprimere alcun pensiero, Lilli Gruber le ha risposto, con tono sbrigativo e quasi risentito, enunciando questa profonda regola morale: “Eh, ma un reato è un reato!”.
Finalmente una giornalista tutta d'un pezzo che dice pane al pane e vino al vino!
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