In
un dibattito televisivo, un giovane politico dell’opposizione ha detto che le
leggi del governo Renzi sono state pessime. Gianrico Carofiglio, scrittore di successo, presente
in studio, gli ha replicato più o meno così:
“Io
non posso accettare che voi dividiate nettamente il mondo in due sfere: i
buoni, tutti da una parte; e i cattivi,
tutti dall’altra. La realtà è molto più complessa e sfumata. Se intraprenderete un processo di maturazione, vedrete che
qualcosa di buono troverete anche nelle posizioni dei vostri avversari”.
Ho
avuto subito l’impressione che lo scrittore stesse interpretando “Il piccolo
Principe”. Ho trovato una sua vecchia intervista in cui dice di averlo letto e
riletto più volte. Ma anche gli slogan mistico-sentimentali di Matteo Renzi sembrano
ispirarsi alla retorica di quel libretto appiccicoso. Basta cercare a caso: la politica va fatta "con leggerezza", "con la voglia di non parlare male degli altri", "con il sorriso sulle labbra" (e magari con le mani in tasca, come ha fatto nel suo primo discorso al Senato). In visita a una scolaresca, da presidente del consiglio, Renzi ha affermato che Il piccolo Principe è il
libro più bello, o uno dei più belli, che abbia mai letto.
Che
corrispondenza di amorosi sensi fra il pensoso scrittore e il dinamico statista! Esistono coincidenze che non sono affatto casuali, ma hanno un valore
di coerenza matematica. L’anno scorso, la nobile tolleranza e la mente dubitosa del nostro scrittore-filosofo aperto alle ragioni degli avversari non gli impedirono di intervenire con decisione a favore della riforma costituzionale del governo.
E anche la sua figura fisica corrisponde perfettamente a questa ostentazione di bontà: ha lo sguardo mite e un po’
spento, la voce modesta e cantilenante, il viso immobile e poco espressivo di un
uomo che vive, spiritualmente, di vacue formulette.
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