lunedì 5 settembre 2016

Lode di Massimo D'Alema. Lettera al Fatto Quotidiano.

Non ho mai avuto simpatia per D'Alema né ho mai apprezzato la sua attività politica. Però la sua battaglia per il no alla riforma costituzionale renziana mi sembra molto coraggiosa.
Cresciuto e avanzato in carriera nella burocrazia di partito, è la prima volta che combatte in campo aperto, a titolo personale e in prima fila. Sono sicuro che è sincero. 
Stasera, nel programma "In Onda" (che mi pare stia peggiorando ogni giorno), Umberto Galimberti, filosofo ed esperto di psicanalisi, collaboratore o ex collaboratore di Repubblica (non tocco più quel giornale da alcuni anni), ha detto che D'Alema è spinto solo dal rancore per non essere stato nominato da Renzi commissario europeo.
Che filosofo! che conoscitore di anime!
Se D'Alema fosse spinto dalla delusione e dal rancore, non avrebbe mai trovato la forza interiore per schierarsi così apertamente e con tanta energia nella campagna referendaria. A me pare che sia ringiovanito e penso che, nonostante la mediocrità della sua passata politica, sia in perfetta buona coscienza.

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