lunedì 23 maggio 2016

La burocrazia dell’impero romano come la burocrazia sovietica. Citazioni da Edward Gibbon (1737-1794), Storia della decadenza e caduta dell'impero romano. Einaudi, 1967.



“Il virile orgoglio dei Romani [del tempo  repubblicano], pago della potenza effettiva, aveva lasciato alla vanità dell’Oriente le formalità e le cerimonie della pompa esteriore. Ma quando essi persero anche l’ombra di quelle virtù che nascevano dalla loro antica libertà, la semplicità dei costumi romani fu insensibilmente corrotta dalla pomposa ostentazione delle corti dell’Asia. Dal dispotismo degli imperatori furono abolite le distinzioni del merito, così cospicue in una repubblica, e così deboli e oscure in una monarchia. Ad esse gli imperatori sostituirono una rigida subordinazione di gradi e uffici... Questa moltitudine di abbietti dipendenti aveva interesse a sostenere il governo dal timore di una rivoluzione, che a un tratto avrebbe potuto deludere le loro speranze e privarli del premio dei loro servizi. In questa divina gerarchia veniva indicato con la più scrupolosa esattezza ogni grado, e se ne ostentava la dignità con una quantità di frivole e solenni cerimonie, che era doveroso conoscere e sacrilego trascurare”.

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