Per i cristiani “
anche la musica, la pittura, l’eloquenza e la poesia discendevano dalla stessa
impura fonte. Secondo il linguaggio dei padri, Apollo e le Muse erano gli
organi dello spirito infernale, Omero e Virgilio i suoi servi più eminenti, e
la bella mitologia, che penetra e anima le composizioni del loro genio, è
destinata a celebrare la gloria dei demoni.
[...] Mentre si prometteva
ai discepoli di Cristo la felicità e la gloria di un regno temporale, si
annunziavano contro il mondo infedele [che nel nostro XX sec. poteva essere il
regno del Capitale] le più terribili calamità. L’edificazione della Nuova
Gerusalemme [che nel XX sec. poteva essere la società comunista] doveva
progredire di pari passo con la distruzione della mistica Babilonia; e finché
gli imperatori regnanti prima di Costantino continuarono a professare
l’idolatria, si dava il nome di Babilonia alla città e all’impero di Roma.
[...] Il cristiano
... attendeva con terrore e fiducia come un evento certo e vicino; e avendo la
mente continuamente occupata da questo solenne pensiero, considerava ogni
disastro dell’impero quale sintomo infallibile di un mondo morente”.
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