lunedì 7 dicembre 2015

La non-belligeranza di Matteo Renzi. - Lettera al Fatto quotidiano.


Io non condivido l'apprezzamento per la posizione che Matteo Renzi ha assunto verso una possibile partecipazione attiva alla guerra contro l'Isis. Quello di Renzi a me sembra un atteggiamento molto opportunistico. Il segretario del PD e capo del governo non è  mai sincero: qualsiasi cosa dica, ha sempre il tono di un esagerato ed enfatico propagandista. Per ora gli conviene mostrarsi cauto, in vista delle prossime elezioni; ma se dovesse stravincerle e consolidare la propria posizione, è prevedibile che, se lo trovasse vantaggioso, sarebbe capace di fare una meravigliosa piroetta. Secondo me, lui ci prepara una trappola. Facendogli credito, gli facilitiamo il compito.
Anche nella prima guerra mondiale l'Italia è entrata con quasi un anno di ritardo; e nella seconda, durante i mesi di non-belligeranza (sett. 1939-maggio 1940), Mussolini doveva apparire al grande pubblico un assennato e responsabile statista. Si è visto come è andata a finire, tutte e due le volte.

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