lunedì 26 ottobre 2015

All'università di Santiago del Cile Matteo Renzi cita Pablo Neruda.



Ogni cosa, anche dovuta al caso, egli [Tiberio] volgeva a propria gloria.
                         (Tacito, Annali, 2, 84) 
 
Mi sembra di vederlo, Matteo Renzi, presidente del consiglio, digiuno di lettere e di molte altre cognizioni serie ma maestro di frasi fatte e perciò sempre molto sicuro di sé, rivolgersi, prima del suo intervento all’università di Santiago del Cile,  a qualche consigliere del suo seguito per avere una frase di un personaggio cileno famoso da poter citare con sicura efficacia. Il consigliere, che deve saperne appena un po’ più del suo presidente, pensa subito a Pablo Neruda, celebrato in tutto il mondo ben oltre i suoi meriti poetici e letterari.  Ed ecco la bella frase, trovata su Google, sotto la voce “Neruda”, fra le primissime della rubrica Frasicelebri.it: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio”.
Qualcuno in internet sostiene che la frase sia in realtà di Sant’Agostino, ma non cita il luogo dove il santo l’avrebbe scritta. Mi sembra improbabile che Agostino abbia scritto una frase così priva di logica. La speranza genererebbe lo sdegno e il coraggio? Non c’è verità in questa affermazione. Sono semmai lo sdegno e il coraggio, sentimenti più immediati e naturali nutriti dalla coscienza, che possono far nascere la speranza. La frase, proprio per la sua incongruenza, non stona però sulla bocca di Pablo Neruda, ammiratore dell’Unione Sovietica, che dell'ottimismo, versione infantile della speranza, faceva la sua bandiera, a dispetto della realtà. Perciò Renzi, che minimizza i problemi reali e vede l'Italia, sotto il suo governo, colorata di rosa, non deve essere stato nemmeno sfiorato dal dubbio che quell'assioma mancasse di verità: per lui contavano solo il nome di un cileno famoso e la banale sonorità della sua affermazione.   

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