giovedì 6 agosto 2015

François Mauriac, Adolescenza. Milano, Biblioteca universale Rizzoli, 1960.




Il breve romanzo di Mauriac, che nell’originale è intitolato “La Robe prétexte, fu pubblicato nel 1914, un anno dopo “Du côté de chez Swann”. In molte pagine c’è un’atmosfera proustiana  o, forse meglio, ci sono delle coincidenze con alcuni toni e situazioni del mondo di Marcel Proust. Però, sotto queste assonanze, il romanzo ha una ispirazione molto sentita e personale.
Che il giovane protagonista viva e sia educato in un grande fervore religioso sembra qui solo una circostanza casuale. La sua formazione cattolica, che si oppone alle tentazioni del mondo e alla mediocrità della vita quotidiana, non ha una vera profondità religiosa, ma rappresenta  semplicemente la nobiltà dei sentimenti,  le aspirazioni ideali, l’orgoglio della cultura umanistica del giovane Jacques di fronte alle persone dagli “occhi rotondi e inespressivi di gallina circospetta”,  di fronte alle anime scialbe, pratiche o affaristiche.
La sensibilità e l’idealismo dell’adolescente trovano continuamente un legame lirico con la natura in una sintonia felice o in un contrasto doloroso con il paesaggio.
Gli altri elementi costitutivi del romanzo (la freschezza delle osservazioni psicologiche, l’umorismo e il sarcasmo leggeri, le descrizioni di una vita familiare tenera e austera) sono ricordati in tutte le schede bibliografiche reperibili in internet, e sarebbe superfluo aggiungere qui parole che sono state già scritte.
Osservo soltanto come gli artisti francesi sappiano descrivere con sensibilità, sia nel cinema che nella narrativa, la vita inquieta degli adolescenti.

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