mercoledì 17 ottobre 2012

Vangelo secondo Matteo. - Sebastiano Timpanaro, Introduzione a: Paul Thiry d'Holbach, Il buon senso, Garzanti, 1985. - Simone Weil, Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale, Adelphi, 1984. - 3^ parte.




Ho voluto rileggere qualche pagina de Il Buon senso, libro che Holbach (1723-1789) scrisse contro ‘i tiranni e i preti’, contro l’assolutismo e la religione. L’avevo letto forse vent’anni fa, con piena adesione ed entusiasmo. Ora, invece, mi è sembrato arido e addirittura sfocato. E anche la lunga e dottissima introduzione di Sebastiano Timpanaro, lungi dal convincermi, mi sembra, adesso, anacronistica. 
Forse perché non viviamo più sotto il tallone dei preti, le critiche di Holbach e di Timpanaro sembrano solo moderatamente interessanti e, oggi, fuori bersaglio. Holbach, animato da un fortissimo sentimento agonistico, in una lotta contro l’oscurantismo che doveva sembrargli eterna, coltiva delle speranze ingenue: “L’ignoranza e la schiavitù sono fatte per rendere gli uomini malvagi e infelici. Solo la scienza, la ragione, la libertà possono correggerli e renderli più felici; ma tutto cospira ad accecarli e a mantenerli fuori strada. I preti li ingannano, i tiranni li corrompono per renderli più schiavi”.
Nel mondo di oggi la scienza, la ragione e la libertà sembrano trionfare, ma gli uomini sono ugualmente infelici e hanno un avvenire molto incerto. Una misteriosa e vasta congrega internazionale di banchieri, burocrati, imprenditori e politici  governa il mondo con la stessa crudeltà che Holbach attribuisce al Dio cristiano, e lo fa nel nome della scienza, della ragione e della libertà.
Molière in un dialogo memorabile de ‘Les Femmes savantes’ introduce queste battute, più acute ed eloquenti di una lunga ricerca psicologica e filosofica:
TRISSOTIN:
J'ai cru jusques ici que c'était l'ignorance / Qui
 faisait les grands sots, et non pas la science.
CLITANDRE:
Vous avez cru fort mal, et je vous suis garant /
Qu'un sot savant est sot plus qu'un sot ignorant.
Timpanaro non aveva capito (il libro è del 1985) che, se non si vuole che gli uomini siano oppressi e schiacciati da onnipotenti multinazionali private o da immense burocrazie statali, l'unica soluzione è che le comunità possano godere dei beni diventati pubblici con uno spirito evangelico e uno stile di vita, direi, semplice e pastorale, che è proprio quello che Holbach detesta di più.

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