Il professor Alessandro Barbero esalta il ruolo antifascista dell’Anpi e
difende il suo diritto a ricevere finanziamenti pubblici. Vorrei portare a
conoscenza del professore questo episodio. Giusto un anno fa, la sezione Anpi
di Bagno a Ripoli, Firenze, organizzò una manifestazione per ricordare l’Olocausto
e per condannare il genocidio di Gaza. Apriti cielo! Sia l’Anpi provinciale che
quella nazionale sconfessarono l’iniziativa (“va contro la nostra storia”),
tutti i partiti furono contro, il Circolo dell’Antella negò i locali. La
manifestazione si tenne in forma quasi clandestina in uno scalcinatissimo
centro sociale. Se l’Anpi, come dice Barbero, pullula di giovani pieni di
fervore antifascista, devono essere dei giovani babbei. Infatti alla
manifestazione pro Palestina avevamo tutti i capelli bianchi. Ma al di là del
valore di questo episodio, bisogna dire che associazioni come l’Anpi, come i
sindacati, come i partiti, se prendono soldi o vantaggi pubblici, perdono l’anima,
diventano burocrazie obbedienti. Lo possiamo constatare tutti i giorni. Il mio ragionamento, così ovvio, prescinde dall’intenzione della Destra di privare l’Anpi dei soldi
pubblici. Barbero, maestrino che sembra uscito dal libro
Cuore, non si è accorto che destra e sinistra sono diventati uguali e che le
loro sono liti condominiali. Il fascismo esiste ed esisterà sempre, ma non è
più il fascismo di Mussolini: è l'eterna e implacabile prepotenza del più forte. Purtroppo è l’antifascismo
che non esiste più. Chi ignora o sostiene la prepotenza del più forte, come può essere antifascista? Il suo grido di battaglia è solo una vuota tiritera.
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