“Gli uomini
non sono soltanto soggetti a dimenticare benefici e oltraggi ricevuti, ma arrivano
perfino a odiare coloro che hanno fatto loro dei favori e a non odiare, invece, quelli da cui sono stati maltrattati. L’impegno a ricambiare il bene o
a vendicarsi del male appare loro come una servitù a cui si sottomettono con
fatica.”
Che l’uomo possa addirittura arrivare a odiare chi gli ha fatto del bene, non è un pensiero nuovo, ma è stato espresso fin dall’antichità (Seneca e, mi pare, Tacito).
Comunemente è molto più facile scordarsi dei benefici che non delle
offese ricevute, perché la vanità e l’amor proprio sono più forti e più
diffusi della gratitudine, e provvedono essi a tenere vivo il
ricordo di ogni ingiuria. Mi sembra, invece, nuovo e particolarmente acuto l’ultimo
pensiero: l’uomo dimentica di ricambiare il bene e trascura anche di
vendicarsi del male. In questo secondo caso, si vuole forse anche apparire magnanimi, mentre si è
soltanto troppo indolenti. Per conservare un ricordo duraturo sia del bene ricevuto che (pur
senza spirito di vendetta) del male subito, occorre possedere un vero sentimento di giustizia. La Rochefoucauld non vi fa cenno,
perché lo considera molto raro e forse inesistente.
Sulla scia del grande moralista, formulo questo aforisma.
Se due buoni conoscenti, abituati a frequentarsi, si raffreddano e
si allontanano perché uno dei due si sente offeso dall’altro, essi possono
tuttavia continuare ad avere un qualche rapporto, purché i motivi della rottura
rimangano incerti e nel vago. In questo modo l’amicizia può sembrare non definitivamente
finita, ma solo in crisi, magari per momentanei problemi caratteriali, nervosi,
economici, di salute, ecc. ecc. Il non sapere, il dubbio, consente questa
finzione, e alla lunga, per la forza d'inerzia dell'abitudine e per la generale propensione a dimenticare, l'amicizia potrebbe anche ricomporsi. Ma se l’individuo offeso decide invece di essere sincero e spiega con chiarezza e spirito conciliativo in
che cosa sia consistita l’offesa, quasi sempre l’altro individuo, che magari ha offeso per un atteggiamento brusco o egoistico che gli è connaturale, si offende a sua
volta e smette persino di salutare. Così la sincerità e la chiarezza compromettono ogni possibilità di riconciliazione. L’uomo è davvero uno strano animale, e il pessimismo di La
Rochefoucauld è pienamente giustificato.
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