sabato 14 novembre 2020

Benvenuto Cellini, Vita. Biblioteca universale Rizzoli, 2004.


 

Mi sembra che tutti i critici siano d’accordo nel riconoscere la grande freschezza, spontaneità e vivacità della prosa di Benvenuto Cellini. Anche io mi sono molto divertito. Le scene che racconta  (dialoghi con papi, re e duchi, scontri con osti, con compagni di viaggio e mastri di posta, con donne di malaffare, con imbroglioni di tutte le risme e con  artisti rivali) non sono solo divertenti, ma danno una impressione viva di vita vissuta e di realtà palpabile. Quando vuole, Benvenuto sa essere anche uno straordinario satirico con una sola pennellata. “Questo omiciattolo con certe sue manine di ragniatelo e con una vociolina di zanzara”. Quanto alla vera personalità del Cellini, se fosse onesto oppure no, ambiguo oppure no, avido o generoso, troppo arrogante o solo molto fiero, io non posso pronunciarmi. Mi fermo perciò all’immagine che lui dà di sé in questa bellissima autobiografia, dove appare come un uomo simpatico e, certo, sicuro di sé fino ad essere violento, però orgoglioso e dotato di una alta coscienza d'artista. Gli italiani di oggi, flaccidi e conformisti, hanno molto da imparare da lui.

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