venerdì 29 giugno 2018

Intervista di Milena Gabanelli a Il Fatto Quotidiano.


Il Fatto Quotidiano del 26 giugno ha dedicato una intera pagina a Milena Gabanelli, che rispondeva a domande sull'immigrazione dall'Africa e sulla politica di Matteo Salvini. Dopo aver recitato per tutta l'intervista  più o meno la solita litania dei "buonisti", proprio alla fine, nelle ultime sette righe, la Gabanelli, in un lampo di sincerità, fa questa fosca previsione: "Finora in Africa abbiamo sostenuto classi dirigenti corrotte. L'Europa intera diventerà una polveriera se non si capisce in fretta che lo sviluppo del continente africano è l'unica strada percorribile".
Mi pare tuttavia che Milena Gabanelli non sia del tutto sincera, ma che dica solo una mezza verità. Infatti lei pone come unica condizione perché l’Europa non diventi una polveriera, che i paesi europei comprendano al più presto la necessità di avviare un processo di sviluppo dell’Africa. Ora, questa condizione, pur essendo la più giusta sul piano della politica teorica o accademica e sul piano della giustizia storica, quanto a realizzabilità pratica mi sembra la più astratta e campata in aria. Un problema così grande, creato da una politica imperialista di almeno due secoli, richiede una unità d’intenti che non c’è, dei cambiamenti  d’indirizzo governativo che non ci sono e dei tempi adeguatamente lunghi, che pure mancano. In pratica che cosa si fa  per evitare che l’Europa diventi una polveriera? Quasi niente: ogni paese si difende come può: un po’ con la forza, scaricando sugli altri il peso dei migranti, un po’ cercando per via diplomatica di distribuirli equamente fra tutti i paesi della comunità. Ma anche questo tentativo, se pure avesse successo, nel giro di pochi anni porterebbe allo stesso risultato esplosivo, se il flusso di migranti non cessa. La Gabanelli si sottrae alla responsabilità di affermare il diritto alla legittima difesa contro una invasione che è, sì, pacifica, ma dagli effetti in prospettiva catastrofici. Il principio della legittima difesa, però, resta presente, direi per forza di logica, nella sua astratta dichiarazione, che dice, sì, molto, ma, nello stesso tempo, troppo poco. Agli ideologi della solidarietà illimitata vorrei contrapporre non il sentimento irrazionale della paura, ma il realismo di chi difende se stesso.

Nessun commento: