mercoledì 23 maggio 2018

Piccolo carteggio con Marco Travaglio.


Caro Travaglio,        
                       noi conoscevamo da anni le sue dichiarazioni di simpatia per Israele, che non condividiamo. Tuttavia apprezzavamo il fatto che lei scrivesse solo di politica interna, ed è per questo che compriamo da anni il suo giornale.  Trovavamo e troviamo preziosa la sua critica quotidiana al renzismo, al berlusconismo, alla corruzione. Ora però la sua rievocazione della nascita di Israele ci sembra fatta col semplicismo propagandistico di un catechismo. Che libri ha letto? Dove sono finite la sua lucidità e la sua inflessibilità sui principi? “Se uno ruba, vada in galera”. E chi ha rubato un intero paese a un intero popolo dove dovrebbe andare? Le ricordiamo l’invito che l’indimenticabile Vittorio Arrigoni rivolse in un video del 2010 a un vacuo e fiacco Roberto  Saviano: 
“… E no, la giustizia e i diritti umani non possono essere selettivi. Caro Saviano, non puoi porti come baluardo della giustizia e della legalità a Scampia e nei dintorni più degradati di Napoli, e poi fottertene dei crimini, delle illegalità e delle ingiustizie promosse da Israele.”  
Francesca e Fabrizio D'Alfonso
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Cari Francesca e Fabrizio,
                                       fermo restando che io scrivo di ciò che voglio e conosco, io ho raccontato una storia vera, voi scrivete da tifosi. Siccome la storia non è un derby, sono 
curioso di sapere cosa ci sarebbe di falso nel mio articolo.
 Un caro saluto
 Marco Travaglio
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Caro Travaglio,
                      fermo restando che lei ha il diritto di scrivere ciò che vuole e che noi però abbiamo quello di valutare e di scegliere (senza che lei senta per questo menomata la sua libertà), noi pensiamo che il vero tifoso sia lei. 
Infatti la sua rispostina alla lettera del lettore Giuseppe D'Eramo (mercoledì 16 maggio)  contiene in poche righe affermazioni fideistiche o false tipiche di un tifoso. Parlare di "terra degli avi" dopo due millenni di storia, non ha alcun valore politico o giuridico. Poi il programma politico-militare di "tornare" in Palestina era ben anteriore al nazismo e ai suoi lager. E infine essere stati vittime del nazismo non dà diritto di rivalersi su altri incolpevoli.  
Francesca e Fabrizio D'Alfonso

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