Secondo Andrea Scanzi, l’eclettico Walter
Veltroni avrebbe girato “documentari di pregio”, firmato “interviste riuscite”
e scritto “romanzi centrati… con prosa lineare e refrattaria al dribbling”.
Queste definizioni non significano proprio
niente, e Scanzi, brillante com’è, non ha neppure avuto bisogno, per trovarle,
di arrampicarsi sugli specchi. Però non è riuscito a dare qualche credito a un personaggio che, con le sue pose sempre improntate a una superiore nobiltà d'animo, è la quintessenza della melensaggine culturale e politica del ceto medio italiano.
I romanzi di Veltroni, se qualcuno vuole
farsene un’idea, si possono sfogliare mentre si fa la fila all'uscita dal supermercato, senza dimenticare di rimetterli sullo scaffale quando si arriva alla cassa.
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