martedì 22 marzo 2011

Il giornale la Repubblica è meglio del Barça: fa passaggi più corti e precisi. Eugenio Scalfari, centrocampista; Corrado Augias, mediano di spinta.

Sono passati appena due giorni dall’inno patriottico di Eugenio Scalfari al presidente Giorgio Napolitano (vedi post precedente) e subito (ieri non è stato possibile, perché il lunedì la rubrica delle lettere non è pubblicata) Corrado Augias stoppa e rilancia la ‘palla’, intitolando il suo commento di oggi “Il Paese sulle spalle di Napolitano”. E’ un vecchio gioco. I giornalisti di Repubblica sono bravissimi nelle triangolazioni. Questi passaggi corti e rapidi mandano in estasi gli spettatori, se sono fatti su un campo di calcio, ma quando avvengono fra i collaboratori di un giornale che pretende di essere il più libero e intelligente, mostrano solo la disciplina del conformismo. Il sorrisetto amabile di Corrado Augias è così fisso e immutabile che alla fine rivela la sua melensaggine. Io lo avrei visto bene, al posto di Romolo Valli, nel ruolo di direttore d'albergo, in ‘Morte a Venezia’ di Luchino Visconti. Quanto a Giorgio Napolitano, non mi permetto naturalmente di giudicare il suo operato da Presidente della Repubblica. Ma la sua lunga carriera politica è sotto gli occhi di tutti coloro che hanno la mia età e si può riassumere con le poche righe che gli dedica Massimo Fini a pagina 330 del suo bel libro “Senz’anima. Italia 1980-2010”. “Giorgio Napolitano gode indubbiamente fama di uomo ‘autorevole’. Non è però una qualche sua specifica caratteristica a renderlo tale, ma solo il fatto che è lì da sempre. Gli italiani di tutte le generazioni sono nati e se lo sono già trovato lì. [...] A furia di star lì è diventato ‘autorevole’ ”.

Nessun commento: