Fabrizio D'Alfonso giltacitu@yahoo.it (23-10-2010) Sto leggendo questo libro con vero godimento. Mario Pirani appartiene alla famiglia di Repubblica ed è il suo migliore scrittore. Mentre gli altri giornalisti, da Eugenio Scalfari, il pater familias, a Francesco Merlo e Vittorio Zucconi, scrivono come liceali, con risultati spesso insopportabili (per es., le immagini rimbombanti e superbarocche sparate a raffica da Zucconi), la prosa di Pirani è sobria, robusta e sostanziosa. In questo libro di memorie Pirani mi sembra uno scrittore notevolissimo che riesce a intrecciare la propria biografia con le vicende storiche e a fondere i due piani del racconto in una unica narrazione ricca di particolari preziosi e di riflessioni interessanti. Non è, questo, un risultato facile da raggiungere. Rossana Rossanda e Pietro Ingrao, per es., nei loro recenti libri di ricordi, non lo hanno sfiorato nemmeno lontanamente. Essi, nonostante la loro formazione letteraria, si sono dimostrati in quelle operette piuttosto dirigenti politici (direi, anzi, funzionari di partito) che non intellettuali capaci di riflettere con severa sincerità su se stessi e sulla complessità della vita. Pirani è invece un sensibile umanista che, proprio perché sa cogliere ed esprimere delicati stati d'animo e sottili sfumature psicologiche e di atmosfere, riesce a valutare più profondamente anche il significato delle vicende storiche e sociali. Voto: 5 / 5 Fabrizio D'Alfonso giltacitu@yahoo.it (03-11-2010) A lettura ultimata, il libro di Pirani mi sembra ancora piacevole, malgrado qualche lungaggine. Nonostante il titolo signorilmente minimalista, il contenuto mostra con tutta evidenza che "Meglio di così non poteva andare". Ho sicuramente esagerato nel definire Pirani un 'sensibile umanista', ma egli è certo un intelligente, colto e gentile uomo di mondo. E' straordinaria, fortunata e invidiabile la rete di amicizie, conoscenze e contatti che sin dalla prima giovinezza Pirani ha saputo stabilire con persone di alta qualità, merito e importanza. Pirani ha una parola di lode per tutti e, quando non può lodare, è molto discreto. L'unico che non si salva è Mario Alicata, poveraccio, di cui Pirani descrive con una efficace pennellata la bocca molliccia. Mi è tornato in mente il libro di ricordi di Karola Bloch, moglie del filosofo Ernst. Dovunque i coniugi Bloch andassero, incontravano persone eccezionali di cui diventavano subito amicissimi. Addirittura, durante un soggiorno negli USA, andati ad abitare in un alloggio nuovo e sconosciuto, ricevono la visita di una vicina di casa che è moglie di un grande scienziato, futuro premio Nobel per la fisica. Lo scrittore-cabarettista Fulvio Abbate in un recente video della sua simpatica Teledurruti ('una televisione monolocale') si chiedeva con una certa divertita tristezza: "Perché è così difficile avere l'amicizia dei migliori?" E aggiungeva qualcosa che potrei sottoscrivere anch'io: "Ho frequentato nella mia vita soprattutto persone terrificanti, mediocri e stupide... Come mai i migliori mi hanno sistematicamente evitato?". Bella domanda! Voto: 4 / 5 |
sabato 25 dicembre 2010
Mario Pirani, Poteva andare peggio. Mezzo secolo di ragionevoli illusioni.
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