lunedì 4 dicembre 2023

Intellettuali italiani: Michele Serra: sotto le parole, niente

“Poche cose hanno una resa comica paragonabile al tristo inglese aziendale, adoperato per simulare competenza e prestanza in riunioni il cui solo scopo è arrivare ancora svegli al rinfresco, sperando che i salatini non siano troppo scadenti (lo sono quasi sempre). Parlare bene significa pensare bene? Forse non è così semplice ma è già un passo avanti”.

Ho trovato su Facebook questo isolato brano di Michele Serra. Non ci avrei fatto caso, se non avesse ricevuto quasi cinquemila “mi piace”. Mi sono sentito in obbligo di commentare così. 

Sono d’accordo con la signora Tullia Aj, che ha definito questa prosa 'pressappochista e sciatta'. Quella di Michele Serra è un’ironia stiracchiata, pensata a freddo e costruita a tavolino (come tante sue cose). Non varrebbe la pena di commentare questa sua osservazione stravagante sull’inglese aziendale, se questo personaggio non fosse così benvoluto dal ceto medio riflessivo. L’inglese aziendale nella nostra vita quotidiana conta meno di zero. Invece la generale mania di parole inglesi, specialmente nella pubblicità e nello sport, è una spia del nostro irrimediabile provincialismo e della nostra condizione felice di misera colonia americana. Ma qui Serra va perfettamente d’accordo col suo giornale.

 

Nessun commento: