Il giornale 'la Repubblica' scrive, a pag. 14 del numero di sabato 24 settembre, che quando Abu Mazen ha comunicato all'assemblea delle Nazioni Unite di aver presentato domanda per l'ammissione della Palestina all'ONU, “l'assemblea esplode in un boato da stadio...”; e il giornale del ceto medio intelligente comincia da questa frase ad allineare le sue scemenze, commentando così: “...come se Mahmoud Abbas, il presidente palestinese che non ha nulla del carisma di Yasser Arafat, fosse il leader dei leader”. Verrebbe voglia di cambiare subito pagina, ma mi costringo ad andare avanti nella lettura, perché subito dopo intravvedo una scemenza ancora più grande: “Ma davvero ha ragione Barack Obama: fosse così semplice arrivare all'indipendenza, ha detto da questo stesso podio, l'avremmo fatto da tempo”. Il grande statista nero fa ragionamenti proprio terra terra. Dopo un secolo di soprusi, qualsiasi prepotente può sostenere che non è tanto semplice venire a patti con la propria vittima e riconoscere i suoi diritti. E pensare che Obama, subito dopo la sua elezione, aveva ricevuto il premio Nobel per la pace, senza che avesse ancora fatto niente, sulla semplice fiducia, anzi certezza che avrebbe fatto qualcosa di buono.
Il giornale 'la Repubblica' sul conflitto israelo-palestinese appoggia sostanzialmente la politica di Israele, cercando di nascondere questo appoggio molto efficace dietro una linea di falsa obiettività: un colpo al cerchio e un colpetto alla botte. Ma nei momenti critici, i delitti di Israele vengono minimizzati o giustificati, quelli palestinesi enfatizzati e condannati.
A pag. 15 dello stesso numero del giornale vengono descritti i festeggiamenti dei palestinesi per la prospettiva di essere riconosciuti dall'ONU. L'inviato di Repubblica da Ramallah scrive con una prosa così 'neutrale', che non è immediatamente chiaro (specialmente per i frettolosi lettori di giornale) chi siano gli aggressori e chi gli aggrediti.
“Un palestinese è morto negli scontri con coloni israeliani in un villaggio a sud di Nablus, in Cisgiordania. L'uomo è stato centrato da un proiettile di gomma sparato dai soldati israeliani intervenuti per sedare le violenze. Tutto era cominciato nel pomeriggio quando una cinquantina di coloni, provenienti dal vicino settlement di Esh Kodesh, aveva attaccato il villaggio di Qusra, spaccando le finestre delle case con pietre e bastoni. I residenti hanno risposto con lancio di sassi, innescando gli scontri”.
Solo nelle favole che raccontano storie di lupi e di agnelli, di leoni e di asini, l'animale più forte può dire, dopo aver mangiato la preda, che è stata essa, con la sua reazione, ad innescare lo scontro.
“Sulla scena sono intervenuti i soldati israeliani, continua Repubblica, che hanno utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per dividere le due parti”.
Quanta obiettività! Quanta neutralità! Peccato che i soldati israeliani, volendo dividere le due parti, abbiano sparato addosso ad una parte sola.
domenica 25 settembre 2011
Le scemenze del giornale 'la Repubblica' su palestinesi e israeliani.
Il giornale 'la Repubblica' scrive, a pag. 14 del numero di sabato 24 settembre, che quando Abu Mazen ha comunicato all'assemblea delle Nazioni Unite di aver presentato domanda per l'ammissione della Palestina all'ONU, “l'assemblea esplode in un boato da stadio...”; e il giornale del ceto medio intelligente comincia da questa frase ad allineare le sue scemenze, commentando così: “...come se Mahmoud Abbas, il presidente palestinese che non ha nulla del carisma di Yasser Arafat, fosse il leader dei leader”. Verrebbe voglia di cambiare subito pagina, ma mi costringo ad andare avanti nella lettura, perché subito dopo intravvedo una scemenza ancora più grande: “Ma davvero ha ragione Barack Obama: fosse così semplice arrivare all'indipendenza, ha detto da questo stesso podio, l'avremmo fatto da tempo”. Il grande statista nero fa ragionamenti proprio terra terra. Dopo un secolo di soprusi, qualsiasi prepotente può sostenere che non è tanto semplice venire a patti con la propria vittima e riconoscere i suoi diritti. E pensare che Obama, subito dopo la sua elezione, aveva ricevuto il premio Nobel per la pace, senza che avesse ancora fatto niente, sulla semplice fiducia, anzi certezza che avrebbe fatto qualcosa di buono.
Il giornale 'la Repubblica' sul conflitto israelo-palestinese appoggia sostanzialmente la politica di Israele, cercando di nascondere questo appoggio molto efficace dietro una linea di falsa obiettività: un colpo al cerchio e un colpetto alla botte. Ma nei momenti critici, i delitti di Israele vengono minimizzati o giustificati, quelli palestinesi enfatizzati e condannati.
A pag. 15 dello stesso numero del giornale vengono descritti i festeggiamenti dei palestinesi per la prospettiva di essere riconosciuti dall'ONU. L'inviato di Repubblica da Ramallah scrive con una prosa così 'neutrale', che non è immediatamente chiaro (specialmente per i frettolosi lettori di giornale) chi siano gli aggressori e chi gli aggrediti.
“Un palestinese è morto negli scontri con coloni israeliani in un villaggio a sud di Nablus, in Cisgiordania. L'uomo è stato centrato da un proiettile di gomma sparato dai soldati israeliani intervenuti per sedare le violenze. Tutto era cominciato nel pomeriggio quando una cinquantina di coloni, provenienti dal vicino settlement di Esh Kodesh, aveva attaccato il villaggio di Qusra, spaccando le finestre delle case con pietre e bastoni. I residenti hanno risposto con lancio di sassi, innescando gli scontri”.
Solo nelle favole che raccontano storie di lupi e di agnelli, di leoni e di asini, l'animale più forte può dire, dopo aver mangiato la preda, che è stata essa, con la sua reazione, ad innescare lo scontro.
“Sulla scena sono intervenuti i soldati israeliani, continua Repubblica, che hanno utilizzato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per dividere le due parti”.
Quanta obiettività! Quanta neutralità! Peccato che i soldati israeliani, volendo dividere le due parti, abbiano sparato addosso ad una parte sola.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

Nessun commento:
Posta un commento