venerdì 18 febbraio 2011

Scandicci e Richard Rogers; Urbanistica di Scandicci; Vandali giacobini a Scandicci; Scandicci e la cultura. 1^ p.

Credevo di essere ormai pacificato e riconciliato con l’Amministrazione comunale. In realtà ero solo rassegnato alla sua dittatura democratica. Ma ora una nuova possente ondata di bruttezza, sotto forma di decine di cartelloni pubblicitari particolarmente massicci e pesanti, è arrivata a disturbare l’esistenza anche di chi, come me, passa la vita in un perimetro molto ristretto e ha solo il desiderio di trascorrere mattinate tranquille fra il bar Aquila, la piazza del Mercato e la libreria Bagni. Questo atto di vandalismo, questo sfregio alla fisionomia della città, ha risvegliato in me una vecchia rabbia e la voglia di dire tutto quello che penso delle troppo osannate conquiste urbanistiche di Scandicci. Prima di esprimere la mia opinione complessiva, però, penso sia utile riproporre le lettere che avevo scritto ad alcuni giornalini locali quando si cominciò a parlare per la prima volta di Nuovo piano regolatore. ..........
L'Eco di Scandicci, 25 aprile 1985 Nuovo Piano Regolatore Sul Nuovo piano regolatore i responsabili del Comune e i loro portavoce hanno fatto parecchia retorica, ma chi doveva esprimersi (i cittadini di Scandicci) è invece rimasto zitto.
In generale sui mezzi di comunicazione di cui si può disporre (comprese le scarse assemblee) è mancato in modo totale, nel corso di questi mesi decisivi per la sorte del NPR, il benché minimo tentativo di analisi e di giudizio che si discostasse dalle generiche dichiarazioni ufficiali.
Il NPR avrà un effetto molto profondo (nel bene o nel male) sulla nostra cittadina, cambierà completamente la sua fisionomia. Eppure c'è un silenzio preoccupante.
Dove sono gli intellettuali scandiccesi? Dove sono associazioni culturali e politiche capaci di valutare criticamente la realtà? Dov'è il tessuto democratico di cui, con ottimismo facile e interessato, si accredita l'esistenza?
E' la capacità di discutere criticamente le decisioni che la riguardano, che permette a una popolazione disgregata di acquistare una dimensione di città.
L'Amministrazione Comunale è convinta invece che basti avere i simboli e le funzioni della (brutta) città moderna per passare dal rango di periferia a città del futuro.
Se per città moderna si intende una città di affari, sì, allora il Piano regolatore aiuterà la periferia-Scandicci a diventare una moderna cittadina di affari.
Ma se per città moderna si intende un luogo che abbia una linea estetica sottratta ai capricci del caso e agli interessi delle categorie forti, allora sono sicuro che il Nuovo piano regolatore darà a Scandicci solo il caos della modernità e qualche occasione di arricchimento per poche decine di commercianti e di professionisti.
Il NPR, prevedendo il massimo di concentrazione e di accentramento fisico nella vasta zona attorno al Palazzo Comunale, avrebbe l'effetto (solo apparentemente paradossale) di dare un ulteriore contributo alla disgregazione umana e culturale della popolazione scandiccese.
I lettori penseranno che critiche così radicali a scelte compiute da specialisti nascano da sciocca presunzione. Ma nel campo dell'architettura e dell'urbanistica, la competenza specialistica non basta. Nella questione del NPR, ciò che dovrebbe essere decisivo per orientare la scelta è la considerazione della vita quotidiana della gente.
Lewis Mumford ha scritto in 'Il futuro della città': "Tutti gli errori colossali che si sono commessi durante l'ultimo quarto di secolo in fatto di rinnovamento urbano, di costruzione di autostrade, di trasporti, di utilizzazione del terreno, di servizi ricreativi, sono stati fatti da esperti e specialisti altamente qualificati".
(continua al post successivo)

Nessun commento: