martedì 15 febbraio 2011

Risorgimento italiano. Roberto Martucci: L'invenzione dell'Italia unita, 1855-1864. Sansoni, 1999.

Il libro di Roberto Martucci è un’opera seria e acuta, senza un filo di retorica. La parte più pregevole e nuova, anche se è quella meno epica, è costituita dalle osservazioni sullo Statuto albertino, sul diritto costituzionale e sulle vicende parlamentari e amministrative del Regno d’Italia appena proclamato.
Non ci sarebbe quasi bisogno, quindi, di insistere sulle stragi di Pontelandolfo e di Casalduni e in generale sulla ferocia staliniana della repressione nel Mezzogiorno (per es. l’arresto dei parenti dei briganti e la distruzione delle loro case, p. 309), per capire, dal solo assetto costituzionale e amministrativo, dove sarebbe andata a finire la nuova Italia, 'uno stato nuovo costruito su basi vecchie'. Per un sessantennio la vita pubblica sarà caratterizzata dalla centralità della Corona, dalla debolezza dei governi, da una Camera elettiva debolmente legittimata, dalla marginale e ambigua collocazione istituzionale del Senato vitalizio, dalla diffidenza governativa nei confronti degli enti locali e dal culto della centralizzazione prefettizia (p. 341). Che una vita pubblica così soffocata dovesse condurre ad un regime autoritario, era nell’ordine naturale delle cose. Ma la guerra 1940-45 non ha segnato una vera cesura rispetto all'Italia liberale; e anche il sessantennio abbondante che è ormai trascorso porta intera sulle spalle l’eredità dell’Italia ‘rinnovata’ e unificata. Per es., una ‘questione meridionale’ incancrenita, una pubblica amministrazione più malata e inefficiente di quanto sia mai stata e una vita politica fatta di ‘corruzioni, imbrogli, intrighi senza precedenti’ (così un deputato giudicava nel 1862 il governo di Urbano Rattazzi, p. 369). Ma a peggiorare e rendere più amara la nostra condizione, c’è il fatto che oggi mancano del tutto grandi uomini, come il primo sessantennio di vita unitaria aveva pur conosciuto: Giustino Fortunato, Giovanni Verga, Federico De Roberto, Gaetano Salvemini...

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